Che cosa può accadere ad uno straniero che si ritrova all’estero, in un villaggio sperduto tra le montagne e il mare, alle prese con una banda di streghe e di mostri? Gravi danni. Soprattutto se non si fa gli affaracci suoi ed è affascinato dai riti magici. Gli può anche capitare di essere trasformato in asino, e in questa forma vivere una iniziazione ai Misteri. Come fare per evitare questa “metamorfosi”? L’antidoto è mangiare rose.
Questa è la dinamica del più noto romanzo latino, a firma Lucio Appio Apuleio. Il romanzo L’ASINO D’ORO è forse il primo vero romanzo di formazione, sempre pervaso da una linfa comica. Autobiografico? Forse nel rapporto con la stregoneria , visto che Apuleio aveva già subito un processo per magia, ma non credo che Apuleio sia mai stato trasformato in asino. Ecco, quindi, la letteratura entrare in campo con tutta la sua potenza creativa.
Lucio, il protagonista della storia, si trasforma in asino ed è obbligato a vivere diverse avventure e disavventure, dolorose, burlesche e deliranti, e nella disperata ricerca delle rose ha anche l’opportunità di ascoltare la storia di Amore e Psiche.
Ebbene si, questo romanzo è un contenitore di storie, di favole. E che favole!
Apuleio, con la sua opera, ci dà la possibilità di fare un viaggio nel mistero e nei misteri, ma in forma grottesca. Questa passeggiata nella meraviglia e nel meravigliare è l’occasione per noi di dare vita ad uno spettacolo nuovo e originale, non pedissequa messa in scena del romanzo ma creazione coerente con il nostro teatro del tempo presente.
Una strana compagnia di attori o di fedeli seguaci di misteriosi riti si prende gioco di un giovane sbarcato in quel villaggio per ragioni di lavoro. Una sorpresa dietro l’altra, tra musiche, canzoni, maschere, ombre, giochi di prestigio e danza, ed ecco il nostro Lucio (impiegato precisino con trolley, valigetta
ventiquattrore e capelli con la riga in mezzo) subire le peggio angherie e, trasformato in asino, vivere la bestialità dell’essere umano.
Tra circo e teatro di strada, tra improvvisazione e delirio, tra proiezioni e teatrino di marionette, tra danza e musical, lo spettacolo si snoda nelle tappe segnate dal romanzo: l’incomprensione linguistica, lo straniero, il denaro, la magia, i mostri, i mille racconti, le paure , la metamorfosi, l’amore, il dolore, la violenza, i banditi, la cucina, il racconto, i diritti e gli storti. L’appuntamento finale con i misteri di Iside resta, che sia essa Dea o Attrice, il nostro momento “Deus ex machina”.
Lo spettacolo è un grande omaggio alla letteratura latina, prendendone tutte le distanze, in una ri-creazione da terzo millennio. Ne esce uno spettacolo popolare, divertente , sgangherato, nel quale tutti i linguaggi dello spettacolo sono presenti.
Tre compagnie teatrali si incontrano per questa produzione, diverse nella nazionalità e nell’età dei componenti. Il Teatro dei Garzoni di Pescia è il padrone di casa ed ospita la compagnia teatrale della Corsica –TeatrEuropa – con la quale collabora da molti anni e la compagnia Trisetmas, composta da giovani attori professionisti provenienti da diverse città d’Italia. Più generazioni si incontrano sul palcoscenico in una pluralità di lingue, unite dalla necessità di considerare il palcoscenico come luogo di annullamento di tutte le differenze.
Non c’è bisogno di conoscere il romanzo per essere immessi in questo universo. Forse a fine spettacolo verrà la voglia di andarlo a rileggere. Perché una cosa è il teatro e un altro la letteratura.